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Finanza per tutti

LO SPREAD

  1. Che cos’è?
  2. Come si calcola?
  3. Cosa succede se aumenta?
  4. Come incide su Stato, imprese e famiglie?

Scommettiamo che se dovessimo porre la fatidica domanda “Che cos’è lo spread?” alla maggior parte delle persone che incrociamo casualmente per strada, molte di loro non saprebbero cosa rispondere. Niente panico: questo articolo ti schiarirà le idee!

Ma prima facciamo un passo indietro.

Ti ricordi la crisi del 2008, quando Lehman Brothers, una delle banche d’affari americane “too big to fail” (ossia troppo grandi per fallire) fallì? Prima di allora, nessuno parlava di spread e nessuno ne aveva mai sentito parlare. A causa dello scandalo dei mutui sub-prime* che coinvolse Lehman Brothers e segnò la sua fine, lo spread Btp-Bund salì fino a 70 punti base - livello più alto mai raggiunto dall’introduzione dell’euro - gettando l’Europa in una crisi finanziaria senza precedenti.

 

Che cos’è?

Lo spread Btp-Bund è un indicatore economico che esprime il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani (Btp) e i titoli di Stato tedeschi (Bund), dove i titoli di Stato (Btp - Buoni del tesoro poliennali) sono certificati di debito emessi dallo Stato italiano per ottenere liquidità di denaro immediata, con scadenza superiore a un anno solare (in questo caso, pari a 10 anni).

Questi prestiti vengono concessi da cittadini, banche, istituzioni in cambio della promessa di pagamento di un certo interesse. Si tratta quindi di investimenti e, in quanto tali, vale la regola della diretta proporzionalità tra rischio e rendimento: maggiore è il rendimento di un titolo, maggiore sarà il rischio che il prestito non venga ripagato e, di conseguenza, minore la credibilità dello Stato italiano, che dovrà corrispondere interessi più alti per convincere gli investitori a comprare i propri titoli. In questo caso, il differenziale tra i Bund tedeschi e i Btp italiani aumenterà.

Perché i titoli di Stato vengono paragonati a quelli della Germania e non di un altro Paese? Semplice: l’economia tedesca è molto solida, quindi il mercato considera il Bund un titolo affidabile e senza rischio, ma anche a minor rendimento perché si è quasi certi di ricevere indietro il proprio capitale con gli interessi.

 

Come si calcola?

Lo spread viene espresso in punti base. Ogni punto rappresenta un centesimo di punto percentuale.

Per calcolarlo, dobbiamo considerare un Btp con scadenza a 10 anni e calcolare quale sarà il suo rendimento al giorno della scadenza. Poi consideriamo un Bund a 10 anni e facciamo la stessa cosa. Lo spread sarà dato dalla differenza tra il rendimento del Bund e quello del Btp:

Spread Btp-Bund = Rendimento Btp - Rendimento Bund

dove 1 punto base corrisponde a una differenza tra i due rendimenti dello 0,01% (quindi 100 punti base corrispondono a una differenza dell’1%).

Facciamo un esempio: se un Btp ha un rendimento del 5% e il corrispettivo Bund tedesco ha un rendimento del 3%, allora lo spread sarà pari a 5 - 3 = 2 punti percentuali, ossia 200 punti base. Ciò significa che il Btp italiano rende il 2% in più rispetto al Bund tedesco.

È importante precisare che, per il calcolo dello spread, si devono considerare i rendimenti di Btp e Bund in tempo reale, non rispetto al prezzo pagato all’acquisto dei titoli.

 

Cosa succede se aumenta?

L’aumento dello spread si verifica quando il rendimento del Btp sale rispetto a quello del Bund: se ciò avviene, significa che il titolo di Stato e la relativa economia sono percepiti come più rischiosi e, di conseguenza, meno affidabili. Non a caso lo spread impenna durante fasi del Paese particolarmente incerte o momenti delicati di transizione.

Se l’Italia viene percepita come più rischiosa per gli investimenti, gli investitori “fuggono” perché sanno che le probabilità che lo Stato italiano non riesca a saldare il proprio debito sono alte e, per evitare che ciò accada, lo Stato è costretto a emettere Btp con rendimenti più alti per rendere appetibili i propri titoli.

Per farlo, però, deve spendere cifre maggiori per finanziare il debito pubblico, causando così un indebitamento maggiore e costringendo il Governo a varare nuove tasse per finanziare il proprio debito.

Questa non è sicuramente una buona notizia.

 

Come incide su Stato, famiglie e imprese?

“L’andamento dei rendimenti dei titoli pubblici ha implicazioni rilevanti per tutti i settori dell’economia. Per le finanze pubbliche l’aumento dei tassi aggrava il costo del debito e rende più difficile la riduzione del rapporto tra debito e PIL.” (Banca d’Italia)

Quando lo spread aumenta, a risentirne di più sono i tassi di interesse su prestiti e mutui. Diventa più difficile accedere al credito e acquistare a rate prodotti di qualsiasi tipo. Non potendo acquistare a rate, le famiglie hanno meno potere di acquisto e le aziende, non vendendo, dispongono di meno liquidità. Si crea così un circolo vizioso che getta il Paese in una situazione di crisi complessiva.

Questo comporta un impegno di risorse che potrebbero essere utilizzate in altri modi, come in investimenti in ricerca o in grandi opere, senza contare il downgrade* da parte delle agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch).

 

 

*mutui sub-prime: sono mutui che le banche americane concedevano a persone che, nonostante le scarse capacità finanziarie, riuscivano a ottenere il prestito puntando sulla crescita del valore della casa che nel caso avrebbe permesso di ripagare i debiti. Questo meccanismo funzionava nel momento in cui il mercato immobiliare, sempre in crescita, permetteva a chi non riusciva a saldare il proprio debito nei confronti della banca, di rivendere l’immobile che, a quel punto, valeva di più del prestito richiesto. Quando il valore delle case iniziò a diminuire, migliaia di persone non riuscirono più a ripagare i propri debiti, danneggiando le banche e le istituzioni finanziarie mondiali che possedevano obbligazioni e derivati nel settore immobiliare.

*downgrade: riduzione del rating di un titolo.

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